Con la Realtà Virtuale, particolarmente se interattiva, il fruitore interagisce con i progetti in maniera al tempo stesso naturale e speciale, perchè qui cadono i limiti della fisica reale.
Potresti ad esempio cambiare il colore di una parete o di un pavimento, passare da notte a giorno a piacimento, attraversare un muro o volare sopra la tua nuova casa. Nella realtà virtuale la fisica sta in poche righe di codice
Non si tratta infatti solamente di creare mondi sintetici in cui spostarci e guardarci attorno come faremmo in uno spazio fisico reale, ma anche di aumentare il grado di controllo su quella realtà sintetica, all’interno della quale è possibile programmare quelli che nel mondo reale sarebbero veri e propri superpoteri. Pensiamo ad esempio ad uno showroom virtuale dove possiamo scegliere di cambiare ad esempio la tappezzeria del divano esposto, o creare al momento una cucina scegliendo tra diversi moduli. O pensiamo di far esplorare al nostro cliente un appartamento in progettazione e permettergli non solo di esplorare le alternative per le finiture, ma anche ad esempio di passare dal giorno alla notte in pochi secondi.
Ma come si crea questa magia? Con molto lavoro e con le tecniche e gli strumenti giusti, che sono esattamente quelli sviluppati per i videogiochi come ad esempio Unity ed Unreal. Così come per i rendering e le animazioni classiche si parte sempre da un modello tridimensionale, a cui vengono associati dei materiali e che viene quindi inserito in un ambiente virtuale simulato. Le similitudini valgono però solo a questo livello generalissimo. Difatti mentre nelle ambientazioni statiche l’interazione degli oggetti tra loro e con le luci viene sostanzialmente calcolata una volta per ciascuna immagine o frame di un’animazione, in un’ambientazione interattiva solo una parte viene pre-calcolata mentre il resto (ombre, riflessi, trasparenze e molti altri fenomeni) deve essere calcolata dalle schede video in tempo reale. È un’attività molto onerosa in termini di potenza di calcolo e quindi da un lato ogni modello 3D impiegato deve essere prima altamente ottimizzato con tecniche specifiche, dall’altro per essere fruito al giorno d’oggi è necessaria una potenza di calcolo che esclude i device meno performanti.
Esistono certamente programmi come Lumion o Twinmotion che offrono ambienti di sviluppo già ottimizzati per l’architettura e che semplificano grandemente la costruzione di ambientazioni architettoniche virtuali navigabili, permettendo teoricamente di visualizzare in tempo reale i progetti costruiti con CAD parametrici tipo Archicad, ma da un lato la qualità limitata dell’output e dall’altro il controllo limitato sulla qualità dei modelli tridimensionali li rendono soluzioni adatte più alle fasi di revisione e validazione del progetto piuttosto che alla sua presentazione finale.